Dornier Wal Documentation Center
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Idrovolante Dornier Wal
Premessa della seconda edizione del libro
Dornier Wal a Light coming over the Sea:

“Si ratto che il mover suo nessun pareggia”

 

L’idrovolante Dornier Wal, nato attorno al 1920, fu costruito a Marina di Pisa negli ex cantieri Gallicani, a seguito di un accordo tra il Sen. Agnelli e Claudius Dornier, il progettista più geniale della Germania di allora.

La guerra (1914-1918) impose regole ferree per impedire al nemico vinto di costruire aerei, ma le idee valide non si possono sopprimere e così la potente macchina metallica, sicura per il trasporto civile, iniziò la sua conquista dei mercati mondiali.

Lo scafo risultò indistruttibile durante i giorni passati in mare aperto davanti alla Groenlandia da Antonio Locatelli (1924) e l’eco della vittoria Atlantica di Ramon Franco col “Non Plus Ultra” ne rafforzò la fama di affidabilità.

Anche il giro del mondo di von Gronau portò allori e le vendite nel Sud America, Africa, Russia ne sono stati il risultato. L’Olanda poi, che quando sceglie un prodotto lo utilizza in grandi numeri, fornì il Dornier Wal alla sua Marina stanziata a Giava, paese esotico pieno di profumi e libertà dai vincoli provinciali dell’Europa di allora. Le compagnie Aeree SANA e Aero Espresso It. Lo adottarono anche perché lo scafo unico permetteva ai passeggeri di seguire la rotta individuando le località interessanti. A questo proposito Michiel van der Mey ha ritrovato il filmato del volo da Ostia a La Spezia di grande interesse per i particolari.

Le Officine CMASA erano dirette dal primatista mondiale di altezza Ing. Guido Guidi. Egli riuscì a battere 20 record di carico. Persona di estrema serietà, apportò vitali miglioramenti agli scafi evitandone la corrosione e la sua inesauribile genialità permise la soluzione degli innumerevoli problemi costruttivi. Ogni idro uscito dalla fabbrica è stato da lui seguito durante tutta la vita operativa. Il suo minuscolo blocco note è stato la base per pubblicare (a 90 anni di età) il fondamentale volume “CMASA” (Ufficio Storico A.M.) che ha fatto luce sull’importanza del lavoro compiuto, e l’eccellenza del velivolo.

Partendo da qui van der Mey ha sviluppato in ogni direzione le sue ricerche d’archivio, spinto dai ricordi della vita del padre e dal fatto che solo con l’approfondimento la storia rinasce vera e piena di sorprese.
La prima edizione si è esaurita con grande rapidità e numerosissime sono giunte le richieste di questa monografia dall’elegante veste editoriale, un vero canto lirico sull’epopea di questo aereo. “Lo si può vedere avanzare sulle onde con la sicurezza e la baldanza delle note di Beethoven”. Auguri al caro amico e grande merito alla sua inesauribile passione per la ricerca.

 
 
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